TACITO (56 - 117 E.V.)

P. CORNELI TACITI ANNALIVM LIBER QVARTVS
testo originale da: http://www.thelatinlibrary.com/tacitus/tac.ann4.shtml. (traduzione: Andrea Gaddini)
[72] Eodem anno Frisii, transrhenanus popolus, pacem exuere, nostra magis avaritia quam obsequii impatientes. tributum iis Drusus iusserat modicum pro angustia rerum, ut in usus militaris coria boum penderent, non intenta cuiusquam cura quae firmitudo, quae mensura, donec Olennius e primipilaribus regendis Frisiis impositus terga urorum delegit quorum ad formam acciperentur. id aliis quoque nationibus arduum apud Germanos difficilius tolerabatur, quis ingentium beluarum feraces saltus, modica domi armenta sunt. ac primo boves ipsos, mox agros, postremo corpora coniugum aut liberorum servitio tradebant. [72] In quello stesso anno (28 d.C.) i Frisi, popolo che viveva oltre il Reno, ruppero la pace, più per la nostra esosità che per insofferenza del nostro potere. Druso aveva deciso per loro un tributo modico, vista la loro scarsezza di beni, e cioè di pagare in pelli bovine per uso militare, senza prestare attenzione alla loro solidità o alla loro misura, finché il primipilo Olennio, assegnato al governo dei Frisi, scelse la pelle dell'uro come modello da assumere. Questo tributo sarebbe stato alto per qualunque popolo, ma era ancora più difficile da sopportare per i Germani, la cui selva è ricca di grandi animali, ma che a casa hanno bestiame di piccola taglia. e così dovettero consegnare prima i buoi stessi, poi i campi, e infine dettero come schiavi le mogli e i figli.

P. CORNELI TACITI DE ORIGINE ET SITV GERMANORVM
testo originale da: http://www.thelatinlibrary.com/tacitus/tac.ger.shtml (traduzione: Andrea Gaddini)
[5] Terra etsi aliquanto specie differt, in universum tamen aut silvis horrida aut paludibus foeda, umidior qua Gallias, ventosior qua Noricum ac Pannoniam adspicit; satis ferax, frugiferarum arborum inpatiens, pecorum fecunda, sed plerumque improcera. Ne armentis quidem suus honor aut gloria frontis: numero gaudent, eaeque solae et gratissimae opes sunt. [5] Questa terra è molto differenziata come aspetto, ma in generale è piena di orride foreste oppure di paludi orribili, è più umida nella parte rivolta alle Gallie, più ventosa in quella rivolta al Norico e alla Pannonia; è abbastanza fertile, ma non permette la crescita di alberi da frutto, è ricca di bestiame, che però è in genere di bassa statura. E nemmeno si compiacciono della bellezza del bestiame o dell'imponenza delle corna, ma solo del numero, e solo questa è la più gradita ricchezza.

Non sono un latinista, e mi scuso per gli errori nella traduzione dal latino:
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pagina creata il: 2 febbraio 2008 e aggiornata al: 1° aprile 2011