Bovini sotterranei: una realtà negata

di Andrea Gaddini

Cattedra di criptozootecnia e speleomungitura - Universita' di Grottaglie

L'incredibile serie di menzogne, omissioni e censure oscurantiste che la scienza ufficiale ha dedicato alla specie bovina, e di cui abbiamo parlato in precedenti lavori (il volo bovino: una realta' negata e il nuoto bovino: una realta' negata), non poteva non comprendere la negazione dell'esistenza di una vita sotterranea dei bovini che, in quanto nascosta, e' piu' facilmente occultabile e negabile.
E' noto a chiunque che le rappresentazioni piu' antiche di bovidi sono state rinvenute nelle grotte, come quelle di Altamira, Lascaux, Tuc d'Audoubert (foto
1, 2, 3 e 4).
Queste pregevoli opere sono inattendibilmente attribuite a uomini preistorici, primati rozzi e ottusi che non avrebbero mai potuto concepire e realizzare delle opere tanto raffinate; e' invece evidente che il pathos che da esse traspare deve farle attribuire a creature fini e sensibili ed emotivamente coinvolte nei confronti dei bovini, e chi meglio dei bovini stessi risponde a queste caratteristiche? Si puo' anche ipotizzare che lo stesso allevamento dei bovini, con l'adozione di attrezzature di restrizione (
foto 5), sia nato per impedire ai bovini di dipingere, attivita' in seguito monopolizzata dagli umani (vedi anche la nostra pregevole opera "Bovini pittori: una realta' negata"), anche se pare, da testimonianze dell'epoca, che il grande Raffaello (foto 6) fosse in realta' un vitellone marchigiano, scoperto e lanciato dal suo maestro Pietro Vannucci, detto il Perugino (foto 7), che era a sua volta un bovino chianino; dobbiamo inoltre ritenere che l'uso di setole di bue per fabbricare i pennelli (foto 8) sia casuale?

Gli avvistamenti di bovini cavernicoli (che si potrebbero ascrivere alla specie Bos spaeleus), sono rari e sono ancora piu' rari i documenti fotografici (foto 9), ma l'assenza di vegetazione nelle grotte (foto 10) non puo' avere spiegazione diversa dal suo consumo alimentare da parte di grossi erbivori viventi nelle caverne, il che conferma la nostra ipotesi. I bovini delle caverne come prevedibile, hanno un aspetto rozzo e selvatico e sono coperti di peli per vincere l'umidita' delle grotte (foto 11 e 12); la loro prevedibile aggressivita' consiglia di non avvicinarsi alle grotte che potrebbero ospitare bovini (foto 13).

Ci si puo' inoltre riferire alla grande mole di osservazioni di bovini in sotterranei urbani, quali la metropolitana di New York che brulica di coccodrilli (vedi foto 14 e 15 ed il sito) che ovviamente si nutrono di manzi sotterranei) o le fogne di Parigi, da cui sembra si sia originata la razza Charolaise (foto 16), depigmentata come tutti gli animali troglobi (foto 17).

La stessa grotta del bue marino, che abbiamo gia' citato a proposito del nuoto bovino, richiama anche le abitudini troglodite dei bovini, anche se si potrebbe ipotizzare che il termine "Marino" si riferisca al nome di battesimo di un particolare bovino, abitatore della grotta in tempi antichi.
Questo lavoro cadra' sotto l'ostracismo dell'establishment, ma d'altra parte come ci si potrebbe aspettare dell'obiettivita' da parte della scienza ufficiale, che si azzarda perfino a negare l'esistenza del coniglietto pasquale dispensatore di felicita' (
foto 18) e che sia lo stesso coniglietto a depositare le goccioline sulle ragnatele la mattina presto? (foto 19) (vedi la mia opera multimediale: "Il coniglietto pasquale e la vedova nera: un complotto internazionale").

altre pregevoli opere di sconvolgente divulgazione scientifica:

pagina creata il: 27 giugno 2004 e aggiornata a: 5 gennaio 2006