Sgurgola è un piccolo grazioso centro della Ciociaria situato sulle pendici dei Monti Lepini, da dove domina la valle del fiume Sacco. Il paese è in provincia di Frosinone (da cui dista 24 km) e a circa 70 km da Roma. Fino al 1927 si trovava proprio in provincia di Roma, prima dell'istituzione della provincia di Frosinone.

Storia
Una tradizione vuole che il paese sia stato fondato da Spartaco, il gladiatore trace che guidò la rivolta degli schiavi del 73-71 a.C. (terza guerra servile): questo spiegherebbe lo spirito ribelle attribuito (almeno in passato) agli sgurgolani, che durante il fascismo ebbero molti perseguitati politici.
Più probabilmente il paese nacque al tempo delle invasioni barbariche, come rifugio delle popolazioni di Anagni, di Ferentino e degli altri paesi dei dintorni, vista la sua posizione protetta, tale da garantire il controllo della valle sottostante.
Il nome antico del paese era infatti Sculcula, che potrebbe essere un diminutivo del termine del latino tardo (VI secolo) sculca che significa "vedetta", origine della parola italiana "scolta" o "scolca", e che a sua volta deriva dal gotico skulks, che significa "sentinella, guardia"
(Camilleri-De Mauro).
Secondo altri il nome verrebbe dalle numerose sorgenti che "sgorgano" dalla roccia calcarea su cui è costruito il paese; in questo caso l'etimologia potrebbe essere la stessa del paese di Gorga, che sorge sul versante opposto (quello romano) dei Monti Lepini, proprio all'altezza di Sgurgola.
In un testo del 1741, riportato nel 1859 da Silvestri, la strada che collega Terni alla cascata delle Marmore e prosegue per Rieti viene chiamata strada della Sgurgola (o della Scurgura), mentre si fa anche menzione dei monti della Sgurgola. inoltre è notao il paese abruzzese di Scurcola Marsicana, in provincia dell'Aquila.
Nella Capitanata, in provincia di Foggia, nella diocesi di Dragonara, si trovava il monastero di San Matteo di Sculgola, oggi in territorio di Casalnuovo Monterotaro, che era una delle dipendenze dell'abbazia di Santa Maria del Gualdo di Mazzocca. Ancora in provincia di Foggia, nel comune di Casalvecchio di Puglia, nel Subappennino Dauno Settentrionale, si trova il "Casone della Sgurgola", un torrione a pianta quadrata, che sorge sulla strada provinciale che unisce Casalnuovo a Torremaggiore.
La zona di Sgurgola era comunque abitata da tempi molto antichi, come testimonia la tomba a grotticella attribuita alla cultura del Rinaldone, dell'età eneolitica (III millennio a.C.), di un uomo intorno ai 30 anni, ritrovata nel 1880 in una grotta nella zona della stazione.
I resti sono ora conservati al museo delle Civiltà (Sezione Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini") di Roma, insieme al suo corredo funerario, costituito da punte di freccia in selce con codolo, delle quali alcune dipinte con cinabro, un’ascia-martello in pietra, un pugnale di rame a base ogivale e un vasetto d'impasto a fiasco. Anche gli zigomi e la mascella erano colorati con cinabro, evidentemente come traccia di riti successivi alla sepoltura e alla decomposizione del corpo.
In epoca storica la zona in cui oggi sorge Sgurgola era abitata dai Volsci, popolazione italica sottomessa dai Romani nel quarto secolo a.C. mentre in epoca romana nella valle del Sacco (allora chiamato Trerus o Tolerus) tra Sgurgola ed Anagni si trovava il cosiddetto Compitum Anagninum ossia il crocevia tra la via Latina e la via Labicana citato anche da Tito Livio, che si trovava probabilmente nella zona dell'odierna frazione anagnina di Osteria della Fontana. Nella stessa area esisteva anche un lago, detto di Bassano o Clarano, presente anche in epoca storica
(S. Gatti).
Da Osteria della Fontana partiva una strada, ricalcata in parte dall'attuale via Morolense, che attraversava la valle del Sacco dove, per la fertilità e la giacitura pianeggiante del terreno e la disponibilità di acqua, si svilupparono numerosi insediamenti abitativi e produttivi, almeno dalla media età repubblicana. Nella zona dei Casalini, nei pressi della stazione ferroviaria, intorno al 1908, nel corso dei lavori agricoli sulle terre dei conti Posta si trovò la tegola di terracotta con il bollo del produttore (Princeps, servo di Pomponio Corvo). Il fatto che nella zona fosse facile rinvenire frammenti di oggetti in terracotta, fa pensare che la fornace da cui provenivano fosse proprio in zona (G. Gatti).

Nella località di Villamagna, non lontano dalla stazione, esistono poi i ruderi di una villa imperiale romana di età tardo-imperiale, che ospitò l'imperatore Antonino Pio e suo figlio adottivo Marco Aurelio, futuro imperatore, che racconta in una lettera il suo soggiorno presso la villa (vedi la mia pagina).
Le prime notizie scritte su Sgurgola sono nella bolla di papa Urbano II del 21 agosto 1088, in cui il castello, detto “Castrum Sculcule” è assegnato a Pietro, vescovo di Anagni, insieme ad altri castelli della zona, tra cui quello di "Villam Magnam”. Pietro diede il castello in feudo ai Conti di Ceccano.
La storia di Sgurgola è costellata da continui passaggi sotto il dominio di diverse famiglie feudali: dai conti di Ceccano ai Torelli, ai Caetani ed infine ai Colonna. La frequentazione di Sgurgola da parte dei Caetani è dimostrata dal fatto che il 13 luglio 1159 Pietro Caetani aveva accompagnato il cardinale Bosone e Ruggero, nipote del cancelliere del papa Adriano IV, nel castello di Sgurgola, per ricevere giuramento di fedeltà
(Paravicini Bagliani, pag. 7). Nell'aprile 1300 Sgurgola sarebbe stata la sede di un incontro del papa con gli emissari del re d'Inghilterra Edoardo I Plantageneto, per una mediazione nei conflitti con la Francia e con la Scozia (Dupré Theseider).
Sgurgola fu poi oggetto di una vera e propria campagna di acquisti da parte dei Caetani, e in particolare del papa anagnino Bonifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani, per la sua posizione strategica, dominante la valle del Sacco e di fronte ad Anagni. L'importanza di questi acquisti è provata dalle quattro bolle papali del 1° luglio 1300, riguardanti il castello, ed il suo acquisto da parte di Pietro Caetani, conte di Caserta e nipote del papa, che lo rilevò dall'arcivescovo Adinolfo da Supino, erede di Simone da Sgurgola, e dalle monache del monastero di S. Maria in Viano
(Giammaria). Molte delle proprietà acquistate, a Sgurgola o altrove, dai familiari del pontefice, furono cedute a basso prezzo o donate, con la speranza di suscitare la benevolenza del papa. Secondo i Colonna e i loro sodali, il castello ed altre proprietà sarebbero state acquisite dai Caetani a seguito di minacce e violenze dei tribunali pontifici, con azioni tese a seminare la discordia tra i fratelli comproprietari (Paravicini Bagliani., pag. 138). Questo sarebbe in accordo con le accuse scagliate da Jacopone da Todi a Bonifacio: "Quando nella contrata, t’aiace alcun castello / ’n estante mitti screzio enfra frat’e fratello; / all’un getti el braccio en collo, all’altro mustri el coltello / se no n’assente al tuo appello, menaccili de firire" (Lauda 83: 27-30). I fratelli Giordano, Gualgano e Pietro, eredi dei signori di Sgurgola, continuarono ad occupare il castello, finché non ne furono espulsi con la sentenza del 21 aprile 1300, emessa da Giacomo di Ransano, vicario generale di Campagna e Marittima. Il papa suggellò la conquista di Sgurgola con una visita e con la promulgazione di due bolle, il 23 e il 25 agosto, datate proprio dal paese (Giammaria).


Il contrasto tra le famiglie Caetani e Colonna contribuì allo svolgersi degli eventi del 1303, culminati con lo "schiaffo d'Anagni", che secondo la tradizione videro anche Sgurgola come teatro. Lo stesso giorno dello schiaffo, i fratelli Pietro e Galgano da Sgurgola, presenti tra i congiurati, si sarebbero di nuovo impadroniti del castello di Sgurgola, che gli era stato sottratto
(Giammaria). Il palazzo di Bonifacio ad Anagni, dove sarebbe avvenuto l'oltraggio, sarebbe stato in precedenza di Corrado da Sgurgola (Fedele, 1921a).
Nel 1314 Pietro Caetani conquistò Sgurgola per la sua famiglia, che la possedette fino al 1484, quando la conquistò Prospero Colonna. I Colonna governarono Sgurgola fino al 1818.
Sgurgola è rappresentata in una delle mappe ("Latium et Sabina") della Galleria delle carte geografiche dei Musei vaticani realizzata tra il 1580 e il 1585.
La popolazione sgurgolana crebbe molto a partire dal Settecento, con la colonizzazione dei terreni di pianura lungo il Sacco, e vide anche un espansione urbanistica dell'abitato, dal nucleo centrale, intorno alla Rocca, alla zona dell'attuale corso e verso la via del Carpino. Nel 1870 Sgurgola entrò a far parte del Regno d'Italia.
Quando Roma divenne capitale del regno d'Italia, nel 1871, richiamò gente da tutta Italia, e molti sgurgolani, grazie alla vicinanza e alla costruzione della ferrovia, si trasferirono a Roma, spesso lavorando proprio nelle Ferrovie e insediandosi nelle "case dei ferrovieri" a S. Lorenzo, vicino alla stazione.
Come detto in precedenza Sgurgola fu centro di lotte sociali e di resistenza antifascista (vedi la vita di Medoro Pallone, mio nonno.
Alla fine della prima guerra mondiale molte famiglie di morti in guerra rifiutarono di partecipare alle cerimonie ufficiali in onore dei “caduti”, organizzandone di proprie “perché solo il proletariato può partecipare e sentire il dolore delle madri e delle spose rimaste prive dei loro cari”. Le famiglie di Giuseppe Pompi e Antonio Mancini scrissero al Sindaco di Sgurgola: “Illustrissimo Signore, lasciamo al governo borghese le sue croci di guerra che sarebbero un'offesa per altre croci, più sante e più sacre, quelle che segnano le tombe dei nostri figli e quelle che segnano il martirio dei nostri cuori
(Federico).
Idirigenti dell'Associazione Combattenti, protetti dai carabinieri, consegnarono sulla piazza di Sgurgola le croci di guerra, alle quattro o cinque famiglie che accettarono, sulle quaranta invitate
(Federico).
A partire dagli anni '50, con l'istituzione della Cassa del Mezzogiorno, e con la costruzione dell'Autostrada del Sole, negli anni '60, la piana del Sacco ha visto sorgere diverse fabbriche, soprattutto farmaceutiche e di materie plastiche, che impiegano diversi sgurgolani, mentre molti altri abitano in paese e lavorano a Roma, grazie alla rapidità (non unita alla frequenza e all'efficienza) dei trasporti. La costruzione all'inizio del terzo millennio della linea ferroviaria ad alta velocità Roma-Napoli, ha ancora modificato la valle.
Oltre alle industrie, l'economia sgurgolana è basata sulla coltura della vite e dell'olivo: in paese esiste un frantoio cooperativo che lavora le olive locali. Inoltre esistono allevamenti su base familiare di animali da cortile e nella valle sono allevati bovini (soprattutto da latte) e ovini, anche se le recenti vicende dell'inquinamento del Sacco e degli altri corsi d'acqua hanno seriamente danneggiato gli allevatori locali.

Nati a Sgurgola:
Il più insigne tra gli sgurgolani fu Pietro Sterbini, nato a Sgurgola il 23 gennaio 1793, medico e rivoluzionario mazziniano. Nella Repubblica Romana del 1849 fu deputato della Costituente, poi Ministro dei Lavori Pubblici. Alla caduta della Repubblica dovette rifugiarsi in Svizzera, poi in Francia. Con l'Unità d'Italia si stabilì a Napoli, dove fondò il giornale “Roma", ma morì nel 1863 prima di vedere Roma diventare italiana e poi capitale.
Altro sgurgolano di rilievo è stato Attilio Taggi, nato a Sgurgola il 2 settembre 1867, poeta in dialetto sgurgolano, in italiano e in latino, venuto a mancare nel 1950.
A Sgurgola era nato il 20 gennaio 1954 anche Luciano Rossi, assassinato a 24 anni l'8 novembre 1978 a Patrica (FR), a 15 km da Sgurgola, in un agguato terroristico. Luciano Rossi era l'autista del Procuratore capo di Frosinone Fedele Calvosa, e fu ucciso insieme al magistrato e all'agente di polizia Giuseppe Pagliei. La strage fu rivendicata dalle Unità Comuniste Combattenti.

Visita:
Si arriva in paese percorrendo la via Casilina e poi la Morolense (vedi itinerario più avanti); un ponte moderno, costruito accanto a quello antico, forse di origine romana, supera il fiume Sacco. La cascatella che una volta si vedeva dal ponte è stata eliminata, e sostituita da una stazione di pompaggio.
Accanto al ponte è ben visibile una torre merlata di origine medievale, la Mola Colonna, che probabilmente in origine era posta a difesa del ponte, ma poi fu adibita a mulino (da cui il nome), sfruttando la forza motrice dell'acqua del Sacco.
La Mola è alta 17,5 metri ed ha una pianta quadrata con lato di 7 metri, si sviluppava su tre piani (oggi ne resta uno), e dell'antico uso militare conserva feritoie sormontate da finestrelle quadrate.
La torre ha subito numerosi restauri nei secoli, e per qualche tempo fu anche usata come centrale di energia elettrica per l'illuminazione di Sgurgola, Morolo e Supino.
Nel 2003 la torre è divenuta di proprietà comunale, e il sindaco, direttore della banda di Berlusconi (Honi soit qui mal y pense) vi ha collocato il Museo delle Bande Musicali; in parte la torre è ancora in restauro.
Dopo il ponte e il cavalcavia sulla ferrovia la strada sale verso il paese (a destra bivio per Villamagna), per circa 2,5 km e vi penetra con via della Pietra Rea, dove in realtà, al contrario di quanto sostiene la guida del Touring Club, nessuno ti indica la famosa pietra da cui furono arringati i congiurati diretti ad Anagni per lo schiaffo; la via termina con la piazza detta "dell'Arringo" sempre con riferimento agli eventi del 1303, ma in realtà nota come il "Muraglione", per il potente muro di sostegno che la limita a valle.
Sulla piazza si trova anche il monumento ai caduti, un frammento di muro con affresco (forse rappresentante S. Sebastiano e altri santi) della chiesetta duecentesca dell'Arringo, ora distrutta, e soprattutto la terrazza con bellissima vista sulla valle del Sacco, sui monti Ernici e, in lontananza, sui Castelli romani.

Dal Muraglione parte il Corso (Corso della Repubblica), teatro dello "struscio", che termina sulla piazza Pietro Sterbini (detta semplicemente "la piazza"), dove si trova la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta della metà del 1700, con ampio portale originale rettangolare di monoliti di calcare e facciata recentemente intonacata, migliorando il discutibile rifacimento in laterizio del 1966. I tre portali in bronzo della chiesa sono stati eseguiti dallo scultore anagnino Pietro Gismondi (1906-2003). L'antico campanile è separato dalla chiesa e si trova sul suo lato posteriore destro (su via 2 giugno), e poggia su un banco di roccia. Sempre su piazza Sterbini si trova la massiccia torre dell'orologio, della fine del 1800, è a tre piani e poggia su un ampio arco a tutto sesto, dopo il quale, sulla destra, si trova il Municipio.
Proseguendo dopo l'arco della torre sulla sinistra si sale agli imponenti ruderi della Rocca, costituiti dal solo basamento, una volta sormontato da un pino a ombrello, la cui sagoma era visibile da lontano, perfino all'autostrada.
I vicoli intorno alla rocca sono molto caratteristici, stretti, tortuosi, spesso con scalinate, e per le loro dimensioni il quartiere è detto "bùcio pellìccio" cioé "buco del setaccio".


Scendendo dalla Rocca oppure scendendo da piazza Sterbini per la "via del Carpino", si trova a sinistra la via che scende al quartiere di S. Giovanni, con l'omonima chiesa barocca, con soffitto affrescato nel 1888, situata su una piazza con giardinetto e terrazza, anche se meno panoramica del Muraglione.
Scendendo ancora per la via del Carpino, e risalendo dopo un tratto in piano, si arriva al cimitero, affiancato dalla chiesetta di S. Maria in Viano, che anticamente era annessa a un monastero cistercense, per questo motivo la chiesetta è più nota come "Badia" e come tale è di solito indicata nei cartelli. Del monastero si conservano pochi resti, visibili entrando nel cimitero e girando a destra.
La Badia ha origini antichissime, almeno dell'XI secolo, e ospitò le figlie delle più importanti famiglie feudali della zona, in qualità di badesse o di semplici suore. La Badia ospitò tra l'altro la nobile Maria, sorella di Rinaldo da Supino, moglie di Francesco Caetani (1260-1317), pronipote di Bonifacio VIII e da lui nominato cardinale, con il titolo diaconale di santa Maria in Cosmedin. Maria, pur restando in convento, avrebbe dato a Francesco due figli, un maschio ed una femmina
(Waley, cit. da Frale). Secondo alcune fonti Maria aveva dovuto fare voto di castità al momento della nomina a cardinale di Francesco. Maria era presente alla Badia il 28 febbraio 1300, alla vendita dei diritti sul castello di Sgurgola dal monastero a Pietro II Caetani, pronipote di papa Bonifacio VIII (e cognato di Maria). Maria avrebbe in seguito sposato Goffredo da Ceccano, uno dei partecipanti allo schiaffo di Anagni insieme a suo fratello Rinaldo.

La chiesetta ha una facciata a capanna asimmetrica, con una monofora da un lato e una bifora dall'altro; entrando dal piazzale si accede a un vestibolo, su cui si apre un portale in pietra che dà accesso alla chiesa vera e propria. Sulla lunetta che sormonta l'architrave del portale, è affrescato un Cristo a mezzo busto, in stile bizantino, con la destra levata a benedire e la sinistra recante un libro aperto.
Sulle pendici della montagna, poche centinaia di metri a monte del paese, si possono visitare i ruderi della chiesetta di San Nicola (Santo Nicola), del XIII secolo, di cui rimangono solo le mura in pietra calcarea bianca. Nei resti si riconosce la presenza di due piani, il resto di una volta a crociera, una porta laterale, e sul portale principale, una lunetta. Accanto alla chiesetta si apre un cunicolo, da cui d'inverno nasce un ruscello che scende a valle in paese. La chiesetta al momento (aprile 2014) non è accessibile per lavori, che hanno già visto il ripristino del tetto. Da San Nicola si può partire per escursioni sui monti Lepini, ricchi di boschi, sorgenti e grotte. La chiesetta avrebbe ospitato il medico e alchimista catalano Arnaldo da Villanova (1240-1313) che vi si sarebbe rinchiuso alla fine del luglio 1301 per completare i suoi studi che lo portarono a realizzare il sigillo astrologico d'oro, racchiuso in un cinto di cuoio, con cui curò papa Bonifacio VIII dai calcoli renali; pare che la cura abbia avuto effetto, forse per un semplice effetto meccanico sui reni, procurando all'alchimista una lauta ricompensa da parte del papa e molte invidie e risentimenti nella corte papale. Arnaldo era anche il medico di re Giacomo II d'Aragona e docente all'Università di Montpellier e alla Scuola Medica Salernitana
(Frale).

A mezza costa sulla montagna a sud del paese, a 693 metri di quota, con una mulattiera si raggiunge l'eremo di S. Leonardo, eretto sui resti di un monastero di monaci della congregazione del Santo Spirito di Maiella, che poi divenne congregazione dei Celestini, dopo che il suo fondatore Pietro da Morrone venne eletto Papa nel 1284, con il nome di Celestino V.
Alla stessa congregazione appartennero gli insediamenti di Sant’Antonio Abate a Ferentino e Sant’Antonio a Supino. La data di fondazione dell'eremo è incerta, ma è probabilmente molto antica. San Leonardo di Noblat visse nel VI secolo ed è il santo patrono di Sgurgola fino dal 1200. Nell'eremo è conservata la sua statua che, in occasione della festa patronale del 6 novembre, è portata in processione nella chiesa parrocchiale del paese con fiaccole e fuochi d'artificio. Dopo la festa, che prevede anche una tradizionale fiera, la statua è di nuovo portata all'eremo, sempre in processione.
Presso San Leonardo sgorga una fonte d'acqua perenne e non molto oltre si trova la Fonte dell’Acero.

Televisione:
Tra il 1963 ed il 1964 il regista Ugo Gregoretti ha girato a Sgurgola, con la partecipazione della popolazione locale e dell'attore Renato Salvatori un breve filmato (16'36") per la Rai sull'anteprima nazionale nel paese del suo film "Omicron". Il filmato, grazie a Lamberto Corsi, è disponibile su You Tube, diviso in due parti: 1a parte 2a parte.

Come arrivarci:
In treno:
Treno Roma-Napoli via Cassino - fermata Sgurgola. Presso la stazione non è possibile acquistare né vidimare i biglietti. Il paese è a 3 km e si raggiunge con autobus (CO.TRA.L. o Corsi & Pampanelli), il cui biglietto si può comprare a 300 metri dalla stazione, dal giornalaio presso il ponte sulla ferrovia. ovendo raggiungere la stazione dal paese si possono trovare i biglietti dal tabaccaio sul corso Repubblica o nel negozio accanto al bar in piazza Sterbini.
In auto: Autostrada Roma-Napoli (a 12 km), uscire ad Anagni-Fiuggi, dopo il casello girare a destra (direzione Anagni) e dopo 100 m. prendere lo svincolo in discesa a destra per Frosinone (ss. n.6, Casilina); dopo 4 km. circa, appena usciti da un piccolo centro abitato (Osteria della Fontana), si gira a destra al bivio per Sgurgola (Via Morolense, attenzione: è subito dopo un dosso e una curva). A questo punto proseguire sulla strada principale fino al bivio, segnalato da un cartello, si passa sotto la linea ferroviaria ad alta velocità, si supera un ponte su una cascata (presso una antica torre) e un altro ponte sulla ferrovia, dopo il quale c’è un bivio (andare dritti, per la salita); si sale con curve e tornanti per circa 3 km, fino ad entrare in paese.
In alternativa all'Autostrada si può prendere la via Casilina fin da Roma, arrivati a Osteria della Fontana si procede come per il tragitto in Autostrada.

Popolazione:
Al 1° gennaio 2022 Sgurgola contava 2.369 abitanti (vedi grafico), di cui 1.140 maschi e 1.229 femmine, con una superficie comunale di 19,32 kmq e quindi una densità di 123 ab/kmq. Secondo dati della Caritas (link) Sgurgola è di gran lunga il paese della provincia di Frosinone con la maggior percentuale di immigrati sulla popolazione totale (12,8%) (vedi tabella).

Notizie pratiche:
Quota centro urbano: 386 s.l.m.; Patrono: S. Leonardo di Noblat (6 novembre); Giorno di mercato: Domenica; Fiere: S. Rocco (16 agosto), S.Antonino (2 settembre), S. Leonardo di Noblat (6 novembre); C.A.P. 03010; Prefisso telefonico: 0775; Numero Istat: 060073; Codice catastale: I716; Guardia medica: Anagni tel. 118.

Manifestazioni:
Agosto sgurgolano, Sagra delle Sagne (tagliatelle all'uovo fatte in casa, in genere condite con sugo di carne), Sagra dell'uva (sabato e prima domenica di ottobre).

Ristoranti:
Ristorante Pizzeria "Daniela Vitozzi" via del Carpine Tel. 0775.741101.
Pizzeria La Torre - via Colle Madonna Giovanna Tel. 0775.779080.
Pizzeria "Del Corso" Corso della Repubblica.

Alberghi:
Non ce ne sono (forse Casa Parrocchiale di Accoglienza "Oasi S. Leonardo" Via Pietra Rea Tel. 0775.71282)

Confini geografici:
Confina a nord con il comune di Anagni, ad est con Morolo e Ferentino, a sud con Gorga e Morolo, ad ovest con Anagni e Gorga.

Altre informazioni:
Municipio: Via Roma, 4, 03010 Sgurgola (FR) - tel. 0775.74581, fax 0775.745827; Sindaco: Antonio Corsi (eletto a maggio 2011); A.S.L.: FR 1; Distretto scolastico: 50°; Comunità montana: 13 "Monti Lepini"; Strumento Urbanistico: P.R.G. D.G. n.3144 del 19-04-95; Piano Territoriale Paesistico: n.8 "Subiaco-Fiuggi-Colleferro"; Classificazione climatica: zona D, 1962 GR/G; Coordinate: Latitudine: 41°40'00" N; Longitudine: 13°09'00" E.

bibliografia:
BECK Henry G.J. (1946) William Hundleby's account of the Anagni outrage. The Catholic Historical Review, 32: 192-199. (link)
CAMILLERI Andrea, DE MAURO Tullio (2013) La lingua batte dove il dente duole. Laterza, Roma-Bari.
CAPOROSSI Franco (2005) La grande figura dello sgurgolano Sterbini nell’epopea Mazziniana. Cronache cittadine, anno XVI, n.352, 6 novembre 2005, pag. 3.
DUPRÉ THESEIDER Eugenio (1971) Bonifacio VIII, papa. In: Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12. Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma. (
link)
FEDELE Pietro (1921a) Per la storia dell'attentato d'Anagni. Bullettino dell'Istituto Storico Italiano, 41: 195-232.
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FEDERICO Maurizio (1985) Il biennio rosso in Ciociaria, 1919-1920 : il movimento operaio e contadino dei circondari di Frosinone e Sora tra dopoguerra e fascismo. E.D.A., Frosinone.
FRALE Barbara (2013) L'inganno del gran rifiuto. Utet, DeAgostini, Novara.
GATTI Giuseppe (1908) Nuovo sigillo figulino trovato nel territorio di Sgurgola. Bullettino della Commissione archeologica di Roma, 36: 48-52.
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JACOPONE DA TODI () Laude. Letteratura Italiana Einaudi. (
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PARAVICINI BAGLIANI Agostino (2003) Bonifacio VIII. Einaudi,Torino.
SILVESTRI Lodovico (1859) Storia contemporanea o statistica della città di Terni a tutto il 1858 : considerata nelle sue specialità topografiche, fisiche, economiche, commerciali, industriali e manifatturiere. Tip. S. Trinchi, Rieti.
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WALEY Daniel (1973) Caetani, Francesco. In: Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16. Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma. (
link)

siti consultati:(verificati il 14 maggio 2022)
https://www.comune.sgurgola.fr.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Sgurgola
https://de.wikipedia.org/wiki/Sgurgola
http://www.laciociaria.it/comuni/sgurgola_storia.htm
https://museocivilta.cultura.gov.it/
http://www.laciociaria.it/comuni/anagni.htm
https://www.ciociariaturismo.it/sgurgola/
http://www.chiesainrete.it/arciconfraternita/sgurgola.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Dragonara
https://www.comune.casalvecchiodipuglia.fg.it/
https://aamw.sas.upenn.edu/research/mediterranean-and-near-eastern-fieldwork-penn

pagina creata il: 10 gennaio 2001 e aggiornata al: 24 ottobre 2022